L’odierno avanzamento tecnologico ci suggerisce come eliminare capillari ed angiomi dal corpo con terapie non invasive e prive di effetti collaterali.
Prima di affrontare l’argomento è, però opportuno fare chiarezza sul fenomeno delle lesioni vascolari, di cui angiomi e capillari sono delle manifestazioni, e sui metodi comunemente adottati per porvi rimedio.
Cosa sono le lesioni vascolari del corpo?
I capillari e gli angiomi del corpo sono lesioni vascolari benigne dovute ad una eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni superficiali. Si presentano come:
- Teleangectasie, chiamate comunemente capillari. Sono dilatazioni visibili di piccoli singoli vasi venosi. Si presentano come linee di colorito variabile dal rosso vivo al blu-violaceo con decorso serpiginoso.
- Angiomi rubino, ossia punti di colore rosso acceso.
- Angiomi stellati, ovvero punti di colore rosso acceso, talora rilevati e circondati da piccole ramificazioni.
Si localizzano prevalentemente su volto e arti inferiori.
Teleangectasia (Capillare)
Angioma rubino
Che fattori favoriscono la formazione dei capillari?
Sono molto diffusi in persone con pelle chiara e la loro comparsa risulta facilitata da predisposizione genetica.
I fattori che ne favoriscono la comparsa sono:
- Menopausa,
- Disturbi neurodistonici a partenza gastrointestinale (difficoltà digestive e stipsi),
- Alterazioni tiroidee,
- Elevato consumo di alcool, caffè, cibi grassi e piccanti,
- Esposizione al sole e/o al freddo,
- Fattori emozionali e stress,
- Ritenzione di liquidi.
Comparsa di capillari e ritenzione di liquidi sono spesso legati. La perdita di tono ed elasticità della parete venosa, infatti determina un edema da cui deriva la formazione di “cellulite”. I fattori che intervengono nell’innescare il processo di ritenzione idrica sono:- Costituzionali
- Ormonali. Gli estrogeni, il progesterone e la prolattina la favoriscono. La carenza di ormoni tiroidei, come pure l’aumento del cortisolo ematico, frequente soprattutto nei periodi di stress, provocano l’assorbimento di liquidi da parte dei tessuti.
- Alimentazione scorretta, ad esempio eccessiva introduzione di calorie, smodata assunzione di sale.
- Cattive abitudini, come gambe accavallate, scarpe inadatte, indumenti troppo stretti, vicinanza a fonti di calore.
Le teleangectasie agli arti inferiori, poi sono generalmente espressione di problemi circolatori di modesta entità o delineano un quadro d’insufficienza venosa. In base alle dimensioni del vaso coinvolto si classificano in:
- Teleangectasie rosse, dovute a vasi di calibro compreso tra 0,1 e 1 mm.
- Teleangectasie tipo matting. Si presentano come una rete. I vasi coinvolti hanno diametro inferiore ai 0,2 mm
- Teleangectasie venulari. Sono vasi con diametro da 1 ai 2 mm, di colore blu, leggermente rilevate rispetto al piano cutaneo.
- Varici minori. Si tratta di vasi reticolari cianotici con diametro dai 2 ai 4 mm.
La presenza di questi vasi va sempre valutata prima di eseguire il trattamento delle teleangectasie.
Quali sono le terapie?
Le metodiche tradizionalmente utilizzate sono:
- Diatermocoagulazione,
- Crioterapia,
- Iniezioni sclerosanti.
Queste eliminano la lesione, ma contemporaneamente causano un danneggiamento della cute sovrastante.
Il ricorso al laser si è rivelato, invece la tecnica migliore, soprattutto perché non invasiva. Si tratta, infatti d’un metodo efficace e sicuro che consente la rimozione selettiva di macchie rosse e vasi dilatati e permette di ottenere risultati buoni con effetti collaterali minimi.
Previene, in più la formazione del matting teleangectasico (ossia comparsa di più fini reticoli di capillari nell’area trattata: complicazione possibile, che tende talvolta, ma non sempre, a risolversi spontaneamente). Allo stesso tempo, assicura una coagulazione completa del vaso, prevenendo la fuoriuscita degli eritrociti e, di conseguenza limitando l’iperpigmentazione post-trattamento.
Come agisce Primelase Excellance?
Il laser a diodi da 1060 nm* ad alta potenza (4.000 W) della Primelase Excellence di Cocoon Medical (Barcellona, Spagna), si è dimostrato capace di garantire buoni risultati nell’eliminazione di lesioni vascolari benigne, come vene varicose, nei rossi e in particolare lesioni delle varici blu di dimensioni maggiori.
L’articolo “Uso del laser ad alta potenza a 1060 nm nel Trattamento delle lesioni vascolari” pubblicato sul “Journal of Vascular Surgery Cases and Innovative Techniques ” documenta gli esiti positivi conseguiti con questo strumento.
Questo metodo, detto anche fotosclerosi, si basa sul processo biologico chiamato fototermolisi selettiva (letteralmente distruzione mediante il calore della luce).
Il fascio laser, calibrato ad una lunghezza d’onda di 1060 nm penetra nel derma e raggiunge i vasi sanguigni. Qui, grazie al fenomeno per cui non tutti i corpi si riscaldano allo stesso modo, è assorbito soltanto dall’emoglobina all’interno del vaso e convertito in calore. Questa trasformazione, quindi provoca la denaturazione dei vasi stessi e la loro scomparsa. La selettività del fascio laser, inoltre lascia pressoché indenni i tessuti circostanti.
* Il laser emette luce con lunghezza d’onda pari a 1060 nm (1 nm = 1/1.000.000.000 m) .
Che preparazione seguire prima del trattamento?
Prima del trattamento e per tutta la sua durata occorre evitare assolutamente l’uso di lampade abbronzanti o l’esposizione solare.
In caso di pazienti particolarmente sensibili, applico crema anestetica e bendaggio con pellicola osmotica. Tuttavia, l’uso di anestetici non è generalmente raccomandato, in quanto causano vasocostrizione e possono ridurre l’efficacia del trattamento.
Come si svolge la seduta?
All’inizio della seduta eseguo l’anamnesi del paziente per conoscerne la storia clinica. Controllo, inoltre l’area da trattare per assicurarmi della sua integrità.
Procedo, quindi nel modo seguente.
- Pulisco, disinfetto e depilo l’area da trattare, se sono presenti peli.
- Delimito l’area da trattare
- Indosso e faccio indossare anche al paziente gli adeguati occhiali protettivi.
- Spalmo un gel per facilitare il movimento della testina dell’applicatore sulla pelle e ridurre al minimo la perdita di energia.
- Appoggio la testina dell’applicatore laser per 1-3 secondi sulla pelle per raffreddarla, quindi procedo allo “sparo” della luce terapeutica. Il sistema di raffreddamento cutaneo associato all’azione laser del manipolo, oltre ad avere un effetto anestetico, riduce anche il rischio di effetti collaterali. La presenza di tale sistema, inoltre rende la terapia confortevole.
Subito dopo la seduta la cute è lievemente arrossata e, talora compaiono piccoli ponfi lungo il tragitto del vaso (tipo puntura d’insetto), che si risolvono nel giro di 1-2 ore.
La ripresa delle normali attività è immediata. Talvolta, quando si trattano capillari di grosso calibro, possono comparire piccoli ematomi di colore bluastro che regrediscono, senza esiti, nell’arco di 2-3 giorni.
Quali sono le cure nel post-trattamento?
Non vi sono cure particolari da seguire, ma alcuni accorgimenti sono utili per evitare complicanze ed attenuare momentanei effetti secondari. A questo scopo consiglio di:
- Lavare la parte trattata e applicarvi vitamina K o chelanti topici del ferro durante i 15 giorni successivi al trattamento, per ridurre gli eventuali ematomi.
- Evitare l’esposizione al sole nelle 4-6 settimane successive al trattamento e usare una protezione solare SPF50 per evitare un’iperpigmentazione permanente.
- Dal terzo giorno di trattamento e per 1 settimana spalmare sulla lesione una crema lesione con principio attivo di pentosano polisolfato di sodio , per favorire il riassorbimento del cordone formatosi nelle varici di grande calibro,
- Già al termine della prima seduta e durante l’eventuale visita di controllo, valuto il successo conseguito in base allo schiarimento delle teleangectasie e/o dei nei rossi. Sempre in questa sede posso prendere in considerazione la necessità di ulteriori sedute, di solito 3-5, che avverranno con cadenza di 6-8 settimane, a seconda del paziente.
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Contenuti ed immagini sono tratte dal materiale informativo uso medico di Coocon Medical
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