Molteplici sono le problematiche legate agli interventi per l’aumento del seno.
Innanzitutto ogni intervento chirurgico è uno stress per il tuo corpo e per la tua mente. È, pertanto normale essere nervosi prima di qualsiasi cambiamento, a maggior ragione per una mastoplastica additiva che tanto incide sull’immagine di sé.
Prendi, quindi tutto il tempo necessario per chiarire ogni tuo dubbio. Confrontati col chirurgo per modulare le tue aspettative con i reali risultati raggiungibili e discutere i possibili rischi dell’aumento del seno.
Quali sono i rischi e le possibili complicanze dell’intervento?
Come ogni procedura chirurgica, anche la mastoplastica additiva e la ricostruzione del seno comportano dei rischi e possono provocare complicanze.
Si tratta di rischi legati sia all’anestesia sia alla procedura chirurgica in sé.
Nei casi peggiori, le complicanze derivanti dalla chirurgia della protesi mammaria possono includere:
- asimmetria,
- dislocazione dell’impianto,
- cicatrizzazione patologica,
- disturbi sensitivi,
- bordi palpabili dell’impianto,
- infezione,
- contrattura capsulare.
Che cos’è la contrattura capsulare?
La formazione di una capsula di tessuto connettivo attorno a un impianto è una normale reazione all’inserimento di un corpo estraneo.
L’indesiderato serraggio di questa capsula (contrattura capsulare o fibrosi capsulare) può comportare modifiche alla forma e alla posizione dell’impianto.
Una contrattura capsulare può non verificarsi mai o può verificarsi dopo settimane, mesi o anni. Non si può dire con certezza se, quando o quanto pronunciata può essere una contrattura capsulare.
Una contrattura capsulare significativa (grado Baker III o IV) può essere identificata quando c’è una grave deformità del seno e anche dolore che si traduce in ultima analisi nella necessità di un reintervento.
La protesi si può infettare?
Raro. Le infezioni di eziologia cioè di origine sconosciuta, che si verificano dopo l’impianto devono sempre essere trattate il più rapidamente possibile. Allo scopo può essere indicato l’uso di antibiotici o il drenaggio.
Purtroppo non tutte le infezioni possono essere trattate mantenendo la protesi in sede: in una percentuale rilevante dei casi è indicata la la loro rimozione e successivo reinserimento di nuovi impianti ad infezione debellata.
Esiste un legame tra malattie autoimmuni e protesi mammarie?
Studi indipendenti non hanno mostrato alcuna connessione tra protesi mammarie riempite di gel di silicone e malattie autoimmuni.
Un impianto compromette la capacità di allattare?
In caso di gravidanza o allattamento in corso consiglio di posticipare l’intervento fino a quando il seno non ha riacquistato le dimensioni e la forma normali.
È, comunque preferibile eseguire tale intervento solo dopo la gravidanza. Infatti, anche se i cambiamenti del tuo corpo non si ripercuotono sulle protesi, la gravidanza può avere un effetto permanente sulla forma del tuo seno.
La capacità di allattare al seno può essere compromessa dalla chirurgia del seno, ma ciò non dipende dall’impianto. Tuttavia, la capacità di allattare al seno è generalmente preservata, anche nelle donne con protesi mammarie. In ogni caso, dovresti discutere il tuo desiderio di allattare con il tuo medico prima dell’intervento chirurgico, in quanto ciò potrebbe influenzare la scelta della posizione dell’impianto.
Non ci sono prove che le protesi mammarie rappresentino un rischio per la salute del bambino.
Cosa devo fare in caso di dolore persistente?
Il dolore persistente è solitamente causato da dimensione o posizionamento errati di un impianto. Le cause di questo sintomo possono essere le seguenti:
- impianto troppo grande,
- contrattura capsulare,
- irritazione, basata sull’eccessiva mobilità dell’impianto.
Dopo l’intervento può verificarsi dolore nell’area dell’intervento, nei muscoli pettorali e nel braccio quando il braccio e la spalla vengono mossi.
Le protesi mammarie influiscono sulla frequenza del tumore della mammella?
Gli ampi studi attualmente disponibili mostrano che le donne con protesi mammarie non sono soggette a un rischio più elevato di cancro al seno rispetto alle donne senza protesi mammarie ยน-5. In altre parole, una protesi mammaria non ha influenza sull’insorgenza del cancro al seno.
Pubblicazioni recenti menzionano il BIA-ALCL, linfoma anaplastico associato a protesi mammarie.
Cos’è BIA-ALCL?
BIA-ALCL (Linfoma anaplastico a grandi cellule associato a impianto mammario) è un sottotipo di linfoma che può insorgere in relazione alle protesi mammarie.
Non si tratta di cancro al seno ed è molto raro. La sua incidenza è di 33 casi su 1 milione di donne con protesi mammarie, rispetto al cancro al seno, per il quale vi è un rischio di 1 donna su 8 (con o senza protesi).
In Italia il Ministero della Salute stima 2,8 casi su 100.000 pazienti e complessivamente oggi nel mondo sono stati diagnosticati 573 casi su circa 35 milioni di protesi mammarie impiantate. Pertanto il rischio si rivela molto basso se paragonato al numero di protesi impiantate nel mondo negli ultimi decenni.
Il BIA-ALCL, qualora si manifesti, si sviluppa tra gli 8 e i 25 anni dopo l’inserimento dell’impianto.
Il motivo per cui si sviluppa è ancora sconosciuto, ma è diventato facile diagnosticarlo e da trattarlo efficacemente con una prognosi eccellente.
Devo effettuare l’autopalpazione per i sintomi del cancro al seno?
Assicurati di autoesaminare il tuo seno a intervalli regolari.
Per l’autoesame postoperatorio, il tuo medico dovrebbe istruirti su come distinguere l’impianto dal tuo tessuto per consentirti di rilevare i tumori da sola.
Non limitarti a toccare il seno, ma cerca anche gonfiori, arrossamenti e infiammazioni, nonché eventuali deformità del seno, anche se non ancora dolorose. In caso di modifiche consultare sempre un medico.
Posso effettuare lo screening del cancro al seno se ho le protesi?
La mammografia consente di localizzare i tumori. Utilizzando una tecnica speciale, la Tecnica Eklund, anche le donne portatrici di protesi mammarie possono eseguire la mammografia .
Le moderne tecniche di imaging come l’ecografia, la risonanza magnetica e la TC aiutano a trovare i tumori in una fase iniziale.
In cosa consiste il follow up dopo l’intervento di mastoplastica additiva?
Il chirurgo valuterà le tue protesi con una visita di controllo annuale.
Si raccomanda poi di essere scrupolose nell’ eseguire indagini periodiche come:
- un’ecografia mammaria all’anno per verificare l’integrità protesica e l’eventuale presenza di liquido periprotesico cioè attorno alla protesi;
- tutti i consueti esami di screening oncologico come l’autoesame e le possibili procedure di imaging (mammografia o risonanza magnetica quando indicato) per rilevare un possibile tumore al seno.
Quali sono i costi della chirurgia del seno?
Non si dovrebbe mai decidere di ricorrere alla chirurgia plastica per compiacere qualcuno, ma solo per sentirsi più a proprio agio con il proprio corpo. Si tratta della tua salute – e questa è la tua risorsa più preziosa. Pertanto, non dovresti farti tentare dalla chirurgia del seno a basso costo. Se non puoi permetterti un intervento chirurgico con il tuo chirurgo di fiducia, posticipa i tuoi piani, piuttosto che optare per un altro chirurgo.
Se stai cercando offerte a buon mercato, ricorda che non si dovrebbe mai lesinare sulla sicurezza, sulla salute, quindi neppure sulla qualità della chirurgia estetica. Non compromettere la tua salute, anche se il costo dell’intervento al seno può sembrarti conveniente.
Hai chiarito le problematiche legate agli interventi per l’aumento del seno?
Spero che la mia trattazione ti abbia aiutato fare chiarezza circa rischi, complicanze e costi di un intervento per l’aumento del seno.
Se a questo punto, sei ancora fermamente convinta di ricorrere ad una mastoplastica leggi il mio articolo “Preparazione ad un intervento chirurgico al seno“.
Contenuti ed immagini sono tratte dal materiale informativo uso medico di Polytech.
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