Quando una protesi mammaria viene impiantata a seguito di un intervento di aumento o di ricostruzione del seno, il sistema immunitario del corpo la riconosce come un oggetto estraneo e la “avvolge”, formando una “capsula” di tessuto cicatriziale. La formazione di una capsula attorno a qualsiasi tipo di impianto (medico o cosmetico) è una parte normale del processo di guarigione del corpo.
Con le protesi mammarie, questo di solito è una buona cosa, poiché la capsula aiuta a mantenere le protesi mammarie in posizione, prevenendone lo spostamento.
In alcuni casi, la capsula che si forma attorno all’impianto può diventare dura e contrarsi, provocando una complicanza nota come fibrosi capsulare o contrattura capsulare.
Con un’incidenza complessiva di oltre il 10% per i diversi tipi di protesi considerati collettivamente, la contrattura capsulare è la complicanza più comune dopo un intervento chirurgico al seno con protesi ed è uno dei motivi più comuni di reintervento.
Segni e sintomi
Si ritiene che la contrattura capsulare sia una reazione infiammatoria che provoca fibrosi attraverso la produzione di collagene, portando infine a un seno duro e, in alcuni casi, a dolore.
La contrattura capsulare è classificata in quattro gradi in base alla loro gravità:
- Grado Baker I: è la capsula naturale che si forma attorno ad un corpo estraneo; non mostra effetti negativi.
- Grado Baker II: la capsula diventa più compatta e palpabile.
- Grado Baker III: la capsula non solo è chiaramente palpabile ma anche visibile sotto la pelle e gli impianti iniziano a deformarsi.
- Grado Baker IV: La contrattura e la deformazione capsulare diventano ancora più evidenti. Inoltre, si sviluppa dolore.
I gradi Baker III e IV della contrattura capsulare sono considerati clinicamente rilevanti e richiedono un nuovo intervento.
Trattamento
Recenti studi si sono concentrati in primo luogo sulla prevenzione della contrattura capsulare.
Una procedura medica non è mai priva di rischi, ma le possibilità di contrattura capsulare possono essere notevolmente ridotte scegliendo la protesi giusta e il corretto posizionamento dell’impianto.
Una volta che la contrattura capsulare si è già verificata ed è sintomatica, viene solitamente gestita chirurgicamente, con una procedura chiamata capsulectomia o capsulotomia.
La capsulotomia è l’interruzione chirurgica della capsula che determina l’allentamento della costrizione sulla protesi.
La capsulectomia è la rimozione chirurgica della capsula. Durante questa procedura, la protesi mammaria viene rimossa e, se la paziente lo desidera, può essere sostituita.
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