L’odierno avanzamento tecnologico ci suggerisce come eliminare cheloidi con terapie non invasive e prive di effetti collaterali.
Prima di affrontare l’argomento è, però opportuno fare chiarezza su cosa siano i cheloidi e sui metodi comunemente adottati per porvi rimedio.
Che cosa sono i cheliodi?
I cheloidi sono lesioni fibrotiche cutanee che derivano da una variazione del normale processo di guarigione di una ferita della pelle.
Queste lesioni si caratterizzano per una produzione eccessiva di tessuto fibroso, spesso accompagnata da una componente vascolare, che dà vita a strutture cicatriziali che eccedono i limiti del danno cutaneo originario. Pur non costituendo un pericolo per la salute, i cheloidi possono causare un significativo disagio, sia fisico, per la presenza di dolore o prurito, sia psicologico, dovuto all’alterazione estetica che possono comportare, influenzando così la qualità di vita dei pazienti
Nonostante i cheloidi possano comparire in qualsiasi zona cutanea colpita da traumatismi, alcune aree anatomiche sembrano esserne più sensibili. Le lesioni cheloidee, infatti, si osservano più frequentemente a livello di spalle, sterno e parte alta della schiena. Anche i lobi delle orecchie e la parte posteriore del collo sono sedi piuttosto comuni dei cheloidi.
Come si presentano i chelodi?
Allo stadio iniziale, il cheloide si presenta come una semplice cicatrice in rilievo: la lesione presenta una superficie liscia, glabra (priva di peli) e traslucida. In questa fase, le lesioni cheloidee presentano un colore rosso intenso perché sono estremamente vascolarizzate.
Successivamente, la cicatrice inizia ad estendersi e a rilevarsi, superando in modo evidente i limiti della lesione iniziale: ora, il cheloide mostra un colorito roseo e la sua consistenza diviene sempre più spessa e gommosa.
Quali sono le terapie convenzionali?
I trattamenti tradizionali per i cheloidi includono:
- escissione chirurgica,
- iniezioni intralesionali di corticosteroidi,
- radioterapia superficiale
- crioterapia
Tuttavia, questi metodi spesso non producono risultati soddisfacenti e possono anche portare a complicazioni come atrofia cutanea, iperpigmentazione, dolore e, soprattutto, esacerbazione dei cheloidi stessi. Inoltre, le alte percentuali di recidiva associate a questi trattamenti rappresentano un problema di difficile soluzione.
Come agisce il trattamento combinato SmartXide Punto e Sinchro VasQ?
l’uso combinato di laser CO₂ ablativo e Dye laser porta a notevoli miglioramenti nel trattamento dei cheloidi, offrendo risultati superiori rispetto ai metodi tradizionali.
- La terapia con laser CO₂ ablativo (SmartXide Punto) funziona vaporizzando la struttura fibrosa in eccesso del cheloide, stimolando il rimodellamento del collagene, migliorando la texture e la flessibilità del tessuto. Questo laser regola la produzione di collagene modulando la proliferazione dei fibroblasti mediante la sua azione finale su bFGF (Basic fibroblast growth factor) e TGF-β1 (Transforming growth factor beta).
- Il Dye laser (Sinchro VasQ) riduce la componente vascolare dei cheloidi e regola il processo di cicatrizzazione dopo la vaporizzazione del laser CO₂ agendo sui fibroblasti e sulle metalloproteinasi. Ha un ruolo cruciale nel controllare il processo di cicatrizzazione agendo sui fibroblasti, sulle metalloproteinasi e sul loro coinvolgimento nelle cicatrici.
Questo equilibrio tra i due trattamenti laser è fondamentale per la cura delle cicatrici. La modulazione del processo di cicatrizzazione permette non solo di risolvere il problema, ma anche di prevenire le recidive. Inoltre, il trattamento combinato è minimamente invasivo, riducendo il rischio di complicazioni come infezioni e atrofia cutanea, associate alle iniezioni di corticosteroidi e all’escissione chirurgica.
Come si svolge la seduta?
Il paziente viene valutato inizialmente con analisi multispettrale che ci consente di studiare il cheloide:
- Se è presente una componente vascolare evidente si inizia con il Dye laser, che agirà sulla sua parte vascolare riducendo il volume della cicatrice.
Dopo il Dye laser la zona trattata svilupperà una porpora.
Dopo un periodo di circa 4 settimane, la lesione viene rivalutata e, se la componente vascolare è assente, si procede con vaporizzazione mediante laser CO₂.
Cheloide spalla prima del trattamento
Cheloide appena doppo il primo trattamento con Dye laser
Cheloide spalla dopo 5 trattamenti di Dye laser
Per gentile concessione di: Prof. P. Campolmi, Prof. G. Cannarozzo, Prof. P. Bonan, Firenze – Italia
- Se il cheloide non ha una componente vascolare evidente, si inizia con la vaporizzazione mediante laser CO₂. Alla fine della vaporizzazione, in tutti i casi, si agisce mediante un Dye laser intralesionale per controllare la guarigione della ferita e ridurre le recidive.
Prima, durante il trattamemto combinato con Dye laser e CO₂ e risultato finale
Per gentile concessione di Giovanni Cannarozzo, Unità Operativa Complessa di Dermatologia – Università “La Sapienza” Roma – Roma, Italia e Simone Amato, Dermatologia – Università “La Sapienza” Roma – Roma, Italia
Bibliografia scientifica:
https://www.skinchannel.it/uso-combinato-laser-co2-ablativo-dye-trattamento-cheloidi-auricolari/
Applicazioni non convenzionali del Pulsed Dye laser. Giovanni Cannarozzo * ** Mario Sannino ** Cristiano Morini * Paolo Bonan * Nicola Bruscino * Piero Campolmi *. * Dipartimento di Scienze Dermatologiche, Università degli Studi di Firenze ** ILAD (Italian Laser Academy of Dermatology)
Guida sintetica alla Laserterapia Dermatologica. Testo Atlante. G. Cannarozzo, M Sannino, S.P. Nisticò. MediMia Press2017.